Trentino del 26.03.2020

Accesso ai servizi, odissea per i sordi ai tempi del virus

TRENTO. «Per i sordi le difficoltà in tempo di coronavirus sono tante. Le mascherine non consentono di leggere il labiale, molti servizi essenziali sono usufruibili solo attraverso chiamata telefonica e in Trentino non è in generale riconosciuta la possibilità di astenersi dal lavoro nonostante i sordi siano categoria protetta». La psicologa Francesca Baruffaldi, delegata di ENS – Ente nazionale sordi, ha spiegato come l’emergenza coronavirus impatti sulla vita del segmento di popolazione affetto da sordità. Sono circa 500 i trentini con sordità totale, ma sono molti di più coloro che, soprattutto anziani, convivono con limitazioni dell’udito. Nelle ultime settimane, migliaia di trentini hanno conosciuto Maria Grazia Zanella, l’interprete che traduce in lingua dei segni la conferenza stampa in cui il presidente Fugatti e i vertici sanitari della Provincia illustrano l’andamento del contagio. Non deve essere facile per Zanella tradurre la conta quotidiana di decessi, contagi, posti nelle terapie intensive, anche di fronte ad un linguaggio spesso molto tecnico. «Maria Grazia è una professionista che si prepara molto. Va sempre un’ora prima della conferenza stampa per confrontarsi con gli esperti», spiega Baruffaldi che sottolinea come la lingua italiana dei segni abbia la capacità di trasformarsi: «Maria Grazia studia quotidianamente i nuovi segni. Anche il segno “Covid19” non esisteva, è un neologismo. Termini tecnici come respiratori, terapia intensiva non vengono usati spesso e occorre preparazione». In tempi di coronavirus le persone sorde lamentano la difficoltà ad accedere a servizi essenziali: «Isolati dai familiari, non riescono ad accedere al servizio “Resta a casa passo io” predisposto dalla Provincia per la consegna a domicilio di alimenti e farmaci perché non c’è una email o un numero per gli sms, ma solo contatti telefonici. Lo stesso per Trentino Trasporti che ha attivato un sistema di prenotazione del trasporto individuale, ma accessibile solo via telefono», ha evidenziato Baruffaldi. Anche la mascherina crea dei problemi di comunicazione per le persone sorde: «Non riescono a leggere il labiale. Anche in ospedale c’è stato un caso in cui l’infermiere teneva addosso la mascherina e non riusciva a comunicare con il paziente sordo. In quei casi si potrebbe scrivere», suggerisce Baruffaldi, che evidenzia come in Trentino permanga un problema con la legge 104: «Con il recente decreto legge in molte altre regioni alle persone con sordità sono concessi fino a 12 giorni di permesso lavorativo data la gravità della situazione e le difficoltà di comunicazione dovute alle mascherine che possono impedire il lavoro. In Trentino spesso non viene riconosciuta questa possibilità». L’Ente nazionale sordi ricorda il numero telefonico 3756297841, abilitato alle videochiamate per ricevere assistenza e suggerimenti.

di Fabio Peterlongo