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Cancellieri e agenti a scuola per capire la lingua dei segni
Cancellieri e agenti a scuola per capire la lingua dei segni
L’Ente nazionale per la protezione e l’assistenza dei sordi pronto a dare competenze specifiche mirate ad accogliere nel migliore dei modi i non udenti.
VICENZA. Personale di tribunale e questura capaci di usare e interpretare la lingua dei segni, almeno i primi rudimenti, così da saper indirizzare e fornire le prime risposte all’utente con diversa abilità. Da qui a qualche settimana tutto questo sarà realtà. Grazie ad una convenzione – che non avrebbe precedenti in Italia – sottoscritta giovedì da tribunale, questura ed Ente nazionale per la protezione e l’assistenza dei sordi (Ens), sezione di Vicenza. Attorno ad uno stesso tavolo, a parlare di un progetto nel quale credono molto, tra l’altro validato anche dal ministero dell’Interno, il presidente Alberto Rizzo, il questore Giuseppe Petronzi e Luca Sinico, consigliere di Ens Vicenza, che ha ringraziato per la sensibilità dimostrata. Sarà proprio questo ente, che nel Vicentino conta circa cinquecento iscritti, a fare formazione a cancellieri e poliziotti che hanno aderito all’iniziativa su base volontaria: apprenderanno così i primi rudimenti della lingua dei segni.
Un progetto che azzera le distanze.
«Vogliamo che il personale abbia le basi per accogliere i sordi, per farli sentire a casa – il commento di Rizzo – un progetto, questo, che dà attuazione ai principi costituzionali dell’uguaglianza, che azzera le distanze. Dobbiamo assicurare la partecipazione di tutti alle nostre attività, abbattendo anche le barriere invisibili». E con il personale del tribunale (oltre una decina di persone) ci saranno anche diversi agenti della questura, delle volanti, tutti i giorni sulla strada a presidiare il territorio, e dei vari sportelli aperti al pubblico, dall’ufficio licenze e passaporti a quello immigrazione e denunce solo per citarne alcuni. «È un’occasione di forte arricchimento, una provocazione culturale nel nostro ambiente, progettualità come queste hanno un’importanza che supera i limiti del territorio» ha dichiarato il questore Giuseppe Petronzi che ha ricordato come la polizia riservi già un’attenzione verso le persone con problemi di udito o di parola, per le quali è già attivo da anni, nella sala operativa della questura, un sistema di messaggistica per segnalazioni o richieste di soccorso.
di Benedetta Centin
Fonte: Corriere del Veneto del 27-03-2018