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Festival di Sanremo in LIS per i non udenti, l’interprete Martina Romano: “Così riesco a far vedere le canzoni”
SuperAbile INAIL del 08/02/2024
ROMA. E’ entrato nel vivo il Festival di Sanremo targato 2024 e così, Martina Romano, di 29 anni, torna nella sede Rai di Roma come interprete e performer nella Lingua dei segni.
Nata a Vercelli, ma si è trasferita a Biella con la sua famiglia per frequentare la scuola di Cossato, con il progetto che prevedeva l’unione tra i bambini sordi e udenti. Affetta da sordità – si definisce – come ha rivelato ai media che l’hanno intervistata: “‘sorda bilingue’ perché utilizzo entrambi i metodi di comunicazione, la lingua italiana e quella dei segni”.
Alla domanda se la sua disabilità le ha impedito prima di formarsi e poi di lavorare Romano ha risposto così: “Per nulla. Lavoro nel Global Marketing, in Brand Activation in Barilla. Sono laureata in Marketing, Consumi e Comunicazione allo Iulm di Milano e ho concluso il master in Diversity management e gender equality. Cerco di portare il mio contributo per rendere i brand più inclusivi”.
E in particolare, a proposito del Festival della canzone italiana ha rivelato: “Collaboro da qualche anno con Rai Accessibilità e sarò a Roma a Sanremo Accessibile. Il Festival in LIS è un modo semplice per duplicare l’esperienza sanremese e viverla cambiando prospettiva. Il risultato è prezioso per gli spettatori sordi, ma anche molto coinvolgente per il pubblico udente. La lingua dei segni è visiva, riesce a esprimere tramite il corpo, le mani e il volto la forza della musica arrivando al cuore”.
E come ci si prepara a questo grande appuntamento che milioni di italiani seguono anche fuori dai confini nazionali? “Cominciamo due, tre settimane prima dell’inizio del Festival. Una volta che ci arrivano le canzoni- precisa la Romano- dobbiamo leggere e rileggere i testi, ascoltare tante volte le canzoni per capire cosa voglia trasmettere il cantante con quel testo, in una strofa o utilizzando una particolare metafora. Poi passiamo alla parte di traduzione, adattando i segni affinché diventino più poetici e il nostro segnato sia fluido e bello da vedere. Infine passiamo al ritmo, trasmesso sia dalle mani sia dal resto del nostro corpo. Lavoriamo in squadra, confrontandoci sia sul ritmo che sulle traduzioni”.
E ha aggiunto: “Il segreto sta nell’entrare il più possibile nella parte. Con le protesi acustiche e grazie alla vibrazione delle casse riesco a sentire qualcosa, ma non del tutto. Ho sempre bisogno di qualcuno che mi spieghi e mi dia i tempi in modo da studiare il ritmo”.
Il Festival è a Sanremo, ma gli interpreti LIS lavorano dagli studi della Capitale. “Sì, il programma viene messo in diretta negli studi di via Teulada e noi, contemporaneamente a Rai1, traduciamo le canzoni su RaiPlay. In una sera traduco due o tre canzoni. Devo stare attenta a quello che succede sul palco, devo guardare chi dà i tempi e ho anche uno specchio per vedermi: insomma, servono dieci occhi”.