Lingua dei segni o no? Idee opposte “Il comunicare sia una libera scelta”

PERUGIA. Il nostro articolo sulla «Lingua dei Segni» per i non udenti con reiferimento a un disegno di legge attualmente al vaglio del Parlamento ha prodotto reazioni. Sul caso interviene ora Luciana Rossetti in qualità di presidente regionale dell’Ente Nazionale Sordi, che rappresenta e tutela i sordi in Italia ex lege 698/50, e prima ancora come persona sorda. «L’articolo – sostiene la presidente riferendosi a quanto da noi pubblicato – riferisce la posizione assunta da una piccola associazione di famiglie di sordi in relazione al disegno di legge approvato dal Senato il 3 ottobre ultimo scorso e oggi all’esame della Camera dei Deputati, rubricato sotto il numero AC 4676.
LA LEGGE, se approvata, sancirebbe il sacrosanto principio del ‘diritto di libertà di scelta di comunicazione’ per le persone sorde, ovvero il diritto a scegliere come comunicare, un principio che tutela i sordi ‘segnanti’, gli oralisti, gli impiantati e, finalmente, riconosce in Italia la Lis, dando attuazione alla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità che impone agli stati di riconoscere le Lingue dei Segni Nazionali, convenzione approvata dall’Italia ma non ancora attuata». «QUESTI DUE ASPETTI fondamentali – viene ancora sostenuto dal vertice dell’associazione -, che permeano tutto il resto del disegno di legge, sono principi importantissimi che i cittadini sordi non possono più attendere. Mi preme sottolineare che il non sostenere il provvedimento in parola si traduce in uno sfregio alle persone sorde che attendono da vent’anni il riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana e l’affermazione del ‘diritto di libertà di scelta di comunicazione’».
POSIZIONI opposte, dunque, con riferimento a un provvedimento di legge che ha comunque la finalità, al di là di come venga interpretato e delle difformi opinioni che si possano avere in merito, di garantire un aiuto a favore delle persone affette da disabilità uditiva.

Fonte: La Nazione del 06-11-2017