Io Donna Blog del 11/02/2023

La sordità sta diventando un problema mondiale. Tra le cause, l’essere costantemente immersi in ambienti rumorosi e un uso-abuso di cuffie e soprattutto auricolari. Un problema che coinvolge soprattutto i giovani.

L’allarme è stato lanciato anche nel 2022: oltre un miliardo di persone, di differenti età, è a rischio sordità in tutto il mondo. A riportarlo il BMJ Global Health che ha confrontato 33 studi fatti sull’argomento dimostrando che oltre il 24% dei giovani ascolta musica a volume troppo alto mentre il 48% frequenta concerti troppo rumorosi. «È un allarme che era già stato lanciato nel 2005 da diverse riviste mediche che segnalavano come l’abitudine dei ragazzi di ascoltare la musica ad alti volumi rappresentasse un potenziale pericolo per sviluppare un abbassamento dell’udito» spiega il Professor Andrea Nacci, Specialista in Otorinolaringoiatria e Dirigente Medico Otorinolaringoiatria, Audiologia e Foniatria Universitaria, Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana e referente scientifico Schwabe.

Cuffie e auricolari, il volume troppo alto è un allarme sociale
Da tempo si denuncia come l’esposizione a lungo termine a rumori troppo alti e forti danneggia irreparabilmente l’udito. Un problema che coinvolge due aspetti della vita sociale: non solo i giovani e la musica, con la frequentazione ai concerti e un abuso di cuffie e auricolari, ma anche il posto di lavoro.
«In Europa 30 milioni di lavoratori sono esposti a livelli dannosi di rumore (> 80dB) mentre 9 milioni sono esposti a rumori nettamente superiori (>90dB)» spiega il Professore. Non a caso, nel nostro continente l’ipoacusia da rumore ha una prevalenza del 4,3%; un dato basso solo in apparenza se si considera che il dato dell’ipoacusia generale è del 14,3%. In altre parole, un terzo delle sordità è causato dalla eccessiva esposizione ai rumori.
Ma sono soprattutto la musica ad alto volume e l’uso-abuso di auricolari il vero problema: «Negli ultimi anni il rumore ambientale è diventato una minaccia significativa per l’udito, sia per gli elevati valori raggiunti sia per l’alto numero di soggetti esposti, in particolare i giovani. Fin dall’inizio degli anni 2000, l’attenzione è stata posta nei confronti della musica ad alto volume prodotta nei locali, in particolare discoteche, o durante i concerti; da oltre 10 anni ci si è spostanti anche verso i riproduttori musicali che, con l’utilizzo di cuffie o auricolari, possono riprodurre per ore suoni a volumi molto elevati».

Cuffie e auricolari: come mai sono sotto accusa?
Se è vero che alcuni sistemi operativi avvertono immediatamente quando si supera la soglia che può danneggiare l’udito, è altrettanto vero che un uso eccessivo di questi dispositivi danneggia comunque il timpano. «Per capire di cosa si sta parlando, basta pensare che se i livelli di rumore considerati dannosi in ambito lavorativo sono quelli superiori a 80dB, i livelli sonori in discoteca possono raggiungere 105-113dB mentre i riproduttori musicali raggiungono i 80-115dB» spiega l’esperto.
A ciò si aggiunge un’altra caratteristica: se i riproduttori musicali arrivano a 115dB, le cuffie riproducono il suono fino a 120dB. Ancora, va considerato anche che nei file mp3 il segnale sonoro è “compresso” per cui non solo vengono perse frequenze non udibili o poco udibili, ma vengono così rimosse le normali variabilità legate all’alternanza di alti e bassi. Questo riduce le dimensioni dei file con conseguente perdita di informazioni sonore. Così facendo si “salva” l’udito? «No. La “compressione” dei file non corrisponde ad una diminuzione del rischio per l’udito. Basti pensare che la soglia prevista per gli ambienti di lavoro (80 dB per 8 ore) è equivalente all’ascolto di un file mp3 a 95dB per 15 minuti o a 107dB per 1 minuto al giorno».

Le conseguenze di un abuso di cuffie e auricolari
È necessario fare però una dovuta precisazione: la quantità di energia che raggiunge il timpano non dipende solo dal volume e dal tipo di musica ma anche dalla fonte audio stessa: «Gli auricolari infatti inseriti all’interno del condotto uditivo possono determinare un maggior rischio rispetto alle cuffie. Quindi è importante ricordare che il rischio di danno uditivo è correlato al tipo di strumento utilizzato, cuffie o auricolari, al livello di esposizione uditiva, quindi al volume, e al tempo di esposizione. Per cui anche l’ascolto continuo, a un livello apparentemente moderato, può raggiungere e superare il livello dannoso per l’orecchio».
E le conseguenze quali sono? «Aldilà della sordità, si può verificare una ipoacusia transitoria associata ad acufeni ed una distorsione della percezione uditiva. Inoltre, danni uditivi a parte, altri effetti sono irritabilità, alterazioni del sonno, cefalea tensiva ed emicrania».

Fondamentale l’educazione alla salute uditiva
Ma la prevenzione passa anche dal commercio dove devono essere messi sul mercato apparecchi più sicuri con limitatori di volume che ne garantiscano una regolazione a un livello tale da evitare qualsiasi danno uditivo.

di Eleonora Gionchi