Un orecchio artificiale rida’ l’udito a una bimba

Una bambina di 5 anni con una grave malformazione sottoposta a un intervento chirurgico a Lubiana con la collaborazione del Burlo.

LUBIANA. La protagonista di questa storia è una bambina del Friuli Venezia Giulia di 5 anni con una grave e rara malformazione dell’orecchio interno che ha perso completamente l’udito prima di compiere due anni. Oggi è tornata a sentire grazie all’impegno e alla collaborazione transfrontaliera tra l’Irccs Burlo Garofolo, il Centro Medico Universitario di Lubiana, coinvolgendo anche medici specialisti provenienti dalla Turchia e ingegneri austriaci. Nel reparto di Neurochirurgia Pediatrica di Lubiana la piccola paziente è stata sottoposta ad un complesso intervento di Impianto Uditivo del Tronco Encefalico eseguito raramente nei bambini. Il successo dell’operazione per nulla scontato è frutto della collaborazione transfrontaliera tra il reparto di Otorinolaringoiatria e Audiologia Pediatrica dell’Irccs Burlo Garofolo, guidata dalla dottoressa Eva Orzan, e i colleghi sloveni diretti dalla Professoressa Saba Battelino, Responsabile Audiologia e Otochirurgia Ukc Ljubljana. I due centri, entrambi istituti di riferimento per la cura della sordità e l’impianto cocleare in età pediatrica, hanno avviato una sinergia di lavoro che combina alta tecnologia, abilità chirurgiche e riabilitative, formazione e ricerca per casi rari e complessi. Spiega la dottoressa Orzan, che ad oggi ha eseguito più 145 interventi di impianto cocleare: «L’Impianto Uditivo del Tronco Encefalico, è un intervento che in età pediatrica si rende necessario in un ristretto numero di casi, se di norma i casi di sordità possono essere trattati con impianti cocleari, composti da una matrice di elettrodi inserita nell’orecchio interno, per alcuni pazienti questa soluzione non è sufficiente. Se la coclea, una parte dell’orecchio interno, e il nervo acustico sono danneggiati può rendersi necessario un intervento più profondo con un impianto che viene collegato chirurgicamente alla base del cervello, il tronco encefalico, permettendo così una stimolazione diretta delle prime aree uditive cerebrali». Una tecnica complessa, adottata raramente in età pediatrica che ha richiesto le competenze di audiologi, otologi, neurochirurghi, neuroradiologi, riabilitatori. La piccola paziente sarà accompagnata nella riabilitazione e nella regolazione continua e costante dell’impianto al reparto del Burlo che ha in cura più di 500 bambini e ragazzi con problemi uditivi permanenti, con il 70% di famiglie provenienti da fuori regione. Commenta il Direttore Generale del Burlo Gianluigi Scannapieco: «La collaborazione transfrontaliera con Lubiana è molto stretta.

Fonte: Il Piccolo di Trieste del 27-11-2018