Bergoglio: nelle parrocchie cresca l’inclusione dei fedeli sordi

Il Messaggio all’Ente nazionale sordi in occasione della 60ª Giornata mondiale a loro dedicata. «La sfida dell’accoglienza diventi mentalità e cultura».

«Siamo chiamati insieme ad andare controcorrente, lottando anzitutto perché sia sempre tutelato il diritto di ogni uomo e ogni donna a una vita dignitosa. Non si tratta solo di soddisfare determinati bisogni, ma più ancora di vedere riconosciuto il proprio desiderio di essere accolti e poter vivere in autonomia. La sfida è che l’inclusione diventi mentalità e cultura, e che i legislatori e i governanti non facciano mancare a questa causa il loro coerente e concreto sostegno». È il passaggio centrale del messaggio che papa Francesco ha voluto inviare all’Ente nazionale sordi (ENS) in occasione della 60ª Giornata mondiale del sordo, che si è celebrata ieri. Francesco riconosce che «in questi decenni sono stati fatti grandi progressi in diversi ambiti, scientifico, sociale, culturale; ma nello stesso tempo si è anche diffusa la pericolosa e inaccettabile cultura dello scarto, come conseguenza della crisi antropologica che non pone più l’uomo al centro, ma ricerca piuttosto l’interesse economico, il potere e il consumo sfrenato». A farne le spese sono «le persone più fragili, i bambini che hanno difficoltà a partecipare alla vita scolastica, gli anziani che sperimentano la solitudine e l’abbandono, i giovani che smarriscono il senso della vita e si vedono rubare il futuro e i sogni migliori». Ecco allora l’importanza del «fare associazione» perché stimolano a «essere uniti e solidali, condividere le esperienze, successi e fallimenti, mettere in comune risorse, tutto questo contribuisce ad accrescere il patrimonio umano, sociale e culturale di un popolo». E se la famiglia è «il primo luogo di inclusione delle persone sorde», il Papa invita anche le diocesi «affinché le persone sorde siano pienamente inserite nella comunità cristiana e cresca in esse il senso di appartenenza. Per questo è necessaria una pastorale inclusiva nelle parrocchie, nelle associazioni e nelle scuole». (Red.Cath.)

Fonte: Avvenire del 29-09-2018