Cappella Sansevero, il Cristo velato “parlerà” anche ai sordi

Partirà il 14 ottobre la prima delle visite guidate. Maria Masucci: «È un’iniziativa di inclusione sociale».

NAPOLI. La LIS (Lingua dei segni italiana) in particolare. Partirà il 14 ottobre (alle ore 10) la prima delle visite guidate speciali gratuite alla Cappella Sansevero dedicate alle persone sorde (attenti a non chiamarli non udenti) affidate a quattro operatori sordi, opportunamente formati e regolarmente retribuiti. E’ il primo di una serie di appuntamenti cadenzati nel corso dell’anno (prenotazioni.ensnapoli@gmail.com ) di “Sansevero in Lis” il nuovo progetto curato e finanziato dal Museo Cappella Sansevero in collaborazione con la sezione provinciale di Napoli dell’Ente nazionale sordi (Ens) e l’Associazione Progetto Museo.

L’obiettivo è quello di avvicinare i visitatori sordi alla scoperta dello straordinario complesso monumentale, alle tradizioni, alla storia e alle leggende di Raimondo di Sangro oltre che alla magnifica arte barocca che l’illuminato principe di Sansevero seppe riunire in unico luogo. «Quando è arrivata la proposta di collaborazione dell’Ens – rivela Maria Alessandra Masucci, consigliere d’amministrazione del Museo Cappella Sansevero — ci è sembrata un’occasione preziosa per aprire le porte del nostro museo anche ai visitatori sordi, sempre nell’ottica del principio di inclusione sociale (nel 2013, c’era stato quello della visita “tattile” per i ciechi) che costantemente cerchiamo di concretizzare nella pratica». La Masucci ha seguito personalmente tutte le fasi del progetto. «Ho sentito con quanta pacata fierezza i sordi affermano la propria identità, sono entrata nel loro universo silenzioso per apprendere che è animato da una lingua viva, complessa e strutturata secondo una propria sintassi e una grammatica ricca. E’ stata una scoperta davvero straordinaria».

La formazione delle quattro guide sorde è cominciata a giugno sotto la guida energica di Francesca Amirante, storica dell’arte e presidente dell’Associazione Progetto Museo che ha saputo trasmettere loro gli strumenti necessari a comunicare quel patrimonio di emozioni che la Cappella da sempre sa suscitare. Ben attenta a trasferire contenuti per la prima volta ripensati in quel linguaggio così diverso, fatto di segni ed espressioni . Alla ricerca sorprendente di «nuove connessioni e punti di vista differenti».

di Melania Guida

Fonte: Corriere del Mezzogiorno del 19-09-2018