Agenzia AGI del 19.03.2019

Il film dove i disabili sono protagonisti e dove non si parla di disabilità

“Detective per caso”, commedia dal grande messaggio sociale, non ha avuto però i contributi del Mibac.

I protagonisti sono attori disabili e le loro spalle sono star del cinema italiano come Claudia Gerini, Stefano Fresi, Valerio Mastandrea, Lillo Petrolo, Massimiliano Bruno, Stella Egitto, Mirko Frezza e Paola Tiziana Cruciani, che hanno recitato gratuitamente. A parte la strabiliante inversione dei ruoli, la vera innovazione della divertente commedia “Detective per caso”, che diretta da Giorgio Romano e distribuita da Medusa uscirà come evento in 200 sale italiane soltanto il 18 e il 19 marzo, sta nel fatto che i protagonisti non sono stati scelti per ruoli legati alla disabilità.

“Siamo stati i primi in Italia a sfidare il mondo cinematografico scegliendo attori disabili per interpretare ruoli che sarebbero generalmente interpretati da attori affermati, abbattendo così le barriere che da sempre caratterizzano anche il mondo dello spettacolo. Lo scopo di questo film è quello di spostare i confini, i personaggi non sono mai patetici, ma ironici, maliziosi, furbi e anche spregiudicati ”, spiega Daniela Alleruzzo che il film l’ha ideato e coprodotto. Alleruzzo è da 13 anni l’anima de “L’arte nel cuore” accademia che forma attori disabili e normodotati, con la convinzione che, se formati adeguatamente e messi nelle condizioni di poterlo fare, anche i primi possono diventare dei bravi attori.

Finora i suoi allievi si erano dedicati soltanto al teatro e a piccoli ruoli in tv e al cinema, questo è il primo film tutto loro. La commedia dove si ride spesso è stata girata in quattro settimane, con due di preparazione e un minibudget di 250 mila euro, frutto un’operazione di filantropia guidata dal sostegno economico di Allianz Umana Mente, per la prima volta impegnata in un progetto cinematografico, dalle star italiane che hanno lavorato pro bono e dall’adesione di parecchie aziende come Soul Movie srl che ha fornito gratuitamente il macchinario tecnico.

Ma la commedia che ha goduto del Tax credit, non ha invece ottenuto dal Mibac, piuttosto clamorosamente, il via libera ai contributi selettivi di inizio progetto dedicati ai film di interesse culturale. “Abbiamo partecipato al bando nei tempi giusti, ma non abbiamo ottenuto il punteggio necessario al sostegno” chiarisce Alleruzzi, talmente impegnata nel progetto da temere ora che il fatto di aver svelato il “no” del Mibac, concentri l’attenzione su questo anziché sul messaggio sociale del film.

Al centro della trama c’è Giulia una ragazza down che lavora nell’ufficio oggetti smarriti di una stazione ma ha aspirazioni da detective. E’ interpretata da Emanuela Annini, 32 anni romana, con la sindrome di Down, una vera star dentro e fuori lo schermo. Alla presentazione del film ha colpito tutti dicendo: “Voglio incoraggiare le famiglie che affrontano il problema della disabilità: ce la possono fare, come ce l’ho fatta io”. Annini ha poi pure parlato del rapporto con gli attori star, come Claudia Gerini: “Mi ha spinto ad essere naturale nella recitazione. Non bisogna essere artefatti, nel cinema come nella vita”.

Nel film è un’appassionata di gialli e della detective tv Ramona (la Gerini). Giulia indaga sulla misteriosa scomparsa di suo cugino Piero (l’attore Alessandro Tiberi, che recita da professionista nonostante un ritardo mentale) trascinandosi dietro il gruppo dei suoi grandi amici (chi normodotato che con problemi di ritardo mentale). Per dirigerli il regista Giorgio Romano racconta all’Agi di essersi inventato dei “trucchetti”. A Giordano Cappucci che interpreta il pauroso “Panico” (“Sono così anche io nella vita” ammette) e che per il suo disturbo non riesce a stare mai fermo, il regista ha fatto credere che anche lui era ipercinetico e per tranquillizzarlo gli ha dato una pallina antistress di gomma, a forma di cervello, poi diventata il gadget del film.

Presentato alla Festa del cinema di Roma e poi al Festival Los Angeles-Italia “Detective per caso” sarà anche in altri futuri festival. A distribuire il film il 18 e il 19 marzo nelle sale ci penserà Medusa, il cui amministratore delegato Giampaolo Letta, dopo il passaggio tv (Mediaset ha comprato i diritti del film) lavorerà per trasformarlo in una serie tv.

“Tutto è nato da un incontro con Daniela Alleruzzo, mi ha convinto il fatto che questo fosse un film normale” ha spiegato “un vero progetto cinematografico, a cui dedicheremo la stessa campagna pubblicitaria che mettiamo in campo per gli altri prodotti”. Claudia Gerini ha raccontato di aver aderito con entusiasmo convinta che “questo progetto aiuterà a sfondare qualche muro”, mentre Paola Tiziana Cruciani, sottolineando che “c’è più disabilità in tanti orridi salotti tv che in questo cast”, si è detta convinta del potere terapeutico della recitazione e la vorrebbe come materia obbligatoria nelle scuole.

Il regista chiarisce che è già stata “una scommessa immaginare un mondo dove l’integrazione tra sani e disabili fosse già avvenuta”. Forse questo delizioso film contribuirà a realizzarla. Intanto è stato terapeutico: “Panico”, che nella vita ha il terrore delle luci psichedeliche e non è riuscito a girare la scena ambientata in una discoteca, alla fine del film si è fatto coraggio, decidendo di vincere quella fobia, assecondato dal regista che solo per lui ha girato un altro (finto) ciak. Non per niente una delle battute che l’irresistibile “Panico” urla nel film, prima di correre verso il mare a buttarsi in acqua è: “Basta avere paura”. Appunto.

di Antonella Piperno