Care, cari,
bentrovate e bentrovati.
In effetti è un fotogramma che la dice lunghissima, quello evocato qui sopra dalla nostra Sara Gandolfi alla vigilia della “Giornata della giustizia sociale” indetta dall’Onu per domani, 20 febbraio: chiunque nel mondo dovrebbe poter non solo “sopravvivere” al pari di tutti gli altri, ma “vivere” la sua vita con la libertà di “prenderla in mano e farne un capolavoro”, come diceva Giovanni Paolo II. Senza essere costretti a scappare con i risparmi nascosti dentro un pupazzo.
Così come chiunque dovrebbe avere diritto a potersi curare al pari di tutti gli altri, anche se la sua malattia non è la stessa di altri milioni di persone (e quindi fonte di profitto per chi investe in ricerca) ma ce l’ha solo lui, o solo lei, in quanto classificata come “rara”. Paola D’Amico qui di seguito fa per noi il punto sul tema in vista di quest’altra Giornata a esso dedicata il 29 febbraio, con significativo intento di richiamo alla sua analoga “rarità” bisestiva quadriennale.
Chiudiamo con una storia che apparentemente parla di fortuna, un anello ritrovato, ma in realtà di perseveranza: mai metterla persa, di qualsiasi cosa si parli.
Le altre storie positive della settimana le trovate domani, 20 febbraio, come ogni martedì, nelle pagine di Buone Notizie all’interno del Corriere della Sera.
(Se volete, nel frattempo, continuate come sempre a scriverci le vostre opinioni e segnalazioni. Al solito indirizzo: buonenotizie@corriere.it)
Come sempre, buona lettura. |