“È con immensa gratitudine e profondo rispetto che oggi sono davanti a voi, come primo scrittore non africano a ricevere questo titolo onorario in questo illustre festival, Efrouba. È un onore per me rappresentare qui la Repubblica Italiana, paese ospite quest’anno, e contribuire umilmente a questo spazio di scambio culturale e condivisione.
L’Efrouba International Book Festival è una celebrazione del potere del libro come mezzo di espressione, educazione e consapevolezza. “Efrouba”, come parola, simboleggia questo impegno per la letteratura, che attraversa e collega i popoli, proprio come la Bandama attraversa questa terra così ricca di storia e cultura.
Sono commosso dalla calorosa accoglienza che ho ricevuto qui su questo territorio ospedaliero e dall’apertura di questo festival che invita autori di tutto il mondo a condividere le loro voci e le loro prospettive. È raro trovare luoghi così vividi, dove il libro è al centro della vita e della cultura comunitaria, e dove le parole sono vettori di resilienza e rinnovamento. Questi sono valori che, nell’ambito della salute mentale e del benessere collettivo, risuonano profondamente a me e al mio lavoro.
Il mio viaggio di autore ruota intorno alla resilienza, tema centrale nelle mie opere, anche nella trilogia pubblicata alle Edizioni San Paolo, composta da Resilienza (2017), Parole Buone (2020) e Lessico Resiliente (2022). In questo ultimo libro, ho tentato di creare una sorta di lessico emotivo pensato per ogni individuo, un invito a trovare le parole per affrontare le difficoltà e le sfide della vita. Spero che questo vocabolario possa essere condiviso e compreso da tutti, perché credo profondamente che le parole siano strumenti potenti quando l’accesso è universale, quando ogni membro della comunità può domarle e usarle.
Il mio libro Parole Buone, diventato anche un progetto online, ha preso forma nella primavera 2020 in un mondo sconvolto dalla pandemia di Covid. Questo progetto #ParoleBuone, che abbiamo condiviso e promosso, cui ha partecipato e sostenuto con un contributo il Pio Istituto dei Sordi di Milano, aveva l’obiettivo di offrire parole di speranza e conforto di fronte alla solitudine e all’angoscia. Mi ha commosso l’entità di questa iniziativa, che ha permesso a persone provenienti da ogni estrazione di vita di trovare punti di riferimento in un momento di incertezza. Ho portato questo progetto con la convinzione che ogni parola abbia il potere di guarire, accompagnarci e avvicinarci, anche nei periodi più bui.
Voglio ringraziare l’Efrouba Festival, che mi permette non solo di condividere il mio lavoro, ma anche di imparare e arricchirmi con la cultura ivoriana e africana. Il concetto di resilienza, come ho discusso in vari eventi, non è semplicemente una capacità individuale; è spesso il risultato di una comunità stretta, di un sostegno collettivo e di una profonda comprensione dei valori comuni. È proprio questo spirito di solidarietà e condivisione che trovo qui, in questa festa e in questa bellissima regione di Grand-Lahou.
Attraverso gli scambi che abbiamo avuto ad Abidjan e Grand-Lahou, sono stato felice di condividere i miei pensieri e ascoltare i tuoi. La resilienza ci insegna che ogni sfida può essere fonte di trasformazione e forza. Insieme possiamo rafforzare questi ponti culturali e sono fiducioso che questo dialogo arricchirà le nostre vite e le nostre comunità.
Ringrazio ancora una volta, illustri organizzatori e autorità, per questo titolo onorario e per la vostra generosa accoglienza. È un privilegio appartenere, anche per un attimo, a questa grande famiglia che è Efrouba”.
Sergio Astori