Sordi, uno studente su tre senza assistenza: scoppia la protesta

Bandi in ritardo, fondi che non arrivano, cooperative che forniscono personale non qualificato: e così centinaia di studenti sordi sono senza assistente della comunicazione e rischiano di isolarsi. La protesta in vista della giornata mondiale del sordo.

Almeno il 10-15% dei circa 6 mila studenti sordi di tutta Italia non ha, ad anno scolastico inoltrato, un assistente alla comunicazione: per capire cosa significa, bisogna immaginare che lo studente sordo, senza un intermediario tra lui e il mondo dei suoni. non può interagire con la classe, non capisce quello che dice l’insegnante, rischia di chiudersi nel suo mondo, addirittura di sviluppare tratti autistici. Eppure a fine settembre sono ancora centinaia gli studenti senza assistente, che non riescono a partecipare alle lezioni: . «L’assegnazione degli assistenti avviene da parte delle Regioni attraverso cooperative: un meccanismo complesso che spesso si inceppa. E a farne le spese sono gli studenti, che finiscono per non poter godere del diritto allo studio, il primo diritto per potersi costruire una vita autonoma», spiega Isabella Pinto, preside dell’istituto specializzato Magarotto di Roma. In vista della giornata mondiale del sordo, domenica prossima, anche lei è andata a Padova per la tre giorni organizzata dall’Ente nazionale sordi: un’occasione per protestare, più che per celebrare.

La legge arenata.
Se le difficoltà per gli alunni disabili a inizio anno scolastico sono costanti in tutta Italia, con insegnanti di sostegno introvabili e buchi nella copertura dell’assistenza, il bilancio per gli alunni con disabilità uditiva, che non sentono per niente o hanno grosse difficoltà di udito, è quasi sempre in perdita. «L’assistente alla comunicazione, che è in grado di ripetere con la lingua dei segni quanto detto dall’insegnante e riportarlo, è obbligatorio per legge», spiega Costanzo Del Vecchio, segretario generale dell’Ente. «Ma la realtà è ben diversa: lo Stato elargisce fondi alle Regioni sulla base del numero degli alunni segnalati, le Regioni preparano i bandi, spesso in ritardo, per affidare alle cooperative il servizio, e alla fine gli assistenti arrivano in classe». Ma non è detto che siano abbastanza preparati: perché, assurdità tutta italiana, non esiste il profilo professionale dell’assistente per sordi, perché non esiste il riconoscimento della lingua dei segni. C’è un disegno di legge in Senato che la prossima settimana dovrebbe essere discusso: «Quella sarebbe una svolta- ammette Del Vecchio- Per avere assistenti all’altezza». «La legge che riconosce piena dignità alla lingua dei segni italiana arriva con almeno 20 anni di ritardo», dice il senatore Francesco Russo, promotore del testo. Solo l’Italia, tra tutti i paesi dell’Europa, non ha ancora provveduto al riconoscimento ufficiale di questa, che è una lingua a tutti gli effetti.

di Valentina Santarpia

Fonte: Il Corriere della Sera del 01-10-2017