Quella dei Segni è la lingua naturale delle persone sorde. A differenza di quanto pensino in molti, è una vera e propria lingua con una sua struttura e una sua sintassi (e non sono semplicemente gesti codificati), anche se, al posto dell’oralità, si sviluppa attraverso un canale visivo-gestuale. Tanto è vero che ogni Paese ha la sua (in Italia abbiamo la Lis, Lingua dei segni italiana) e, come accade per l’inglese, la più usata al mondo è la Asl (American Sign Language). Nonostante le ricerche socio-linguistiche siano relativamente recenti (in Italia negli anni 80 grazie al Cnr), ha una storia centenaria ed ha resistito al tempo e alla censura: alla fine dell’Ottocento e nella prima metà del Novecento, in molti convitti – dove vivevano e venivano istruiti i bambini sordi – era proibita, perché considerata “ghettizzante” e gli alunni erano costretti a “segnare” di nascosto. Diversamente da quanto accade in molti Paesi, anche europei, l’Italia non ha ancora riconosciuto la Lis come lingua di una minoranza linguistica: decine sono state negli anni le proposte di legge al Parlamento, rimaste però nei cassetti.

Fonte: Il Fatto Quotidiano del 03-04-2017